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venerdì 19 gennaio 2024

I bagni pubblici di Tokyo, un campionario di micro architetture contemporanee

Di recente sono andata a vedere il nuovo film di Wim Wenders "Perfect Days". Lo definirei un racconto minimalista con una splendida colonna sonora e una fotografia suggestiva, sicuramente soggetto a diverse interpretazioni. Io stessa ne ho dibattuto con le persone con cui sono andata al cinema e successivamente ho letto diversi articoli e recensioni che tentano di esprimere a parole le emozioni che si provano guardandolo.

Quello però di cui voglio scrivere oggi, e che lo rende ulteriormente interessante, sono quelle micro architetture presenti in moltissime scene del film e che sono i bagni pubblici di Tokyo (il protagonista, Hirayama è addetto  della società che si occupa della pulizia). Veri e propri gioielli di architettura  contemporanea, esempio di architettura diffusa.

I  17 bagni pubblici in qualche modo simbolo della civiltà e della cultura del Giappone sono  stati disegnati da 16 architetti contemporanei -dgrandi maestri come Tadao Ando e Toyo Ito a giovani architetti emergenti- e dislocati in diverse parti di Shibuya (letteralmente "Collina spagnola") uno dei quartieri più famosi e moderni di Tokyo, nell'ambito del progetto The Tokyo Toilet TTT. Ognuno di questi, pur garantendo gli standard unici dei bagni giapponesi, è stato interpretato da ciascun progettista in maniera diversa, con diverso approccio progettuale ed ispirazione,  e tutti sono perfettamente integrati nel contesto in cui sono inseriti. Inoltre non si tratta di architetture effimere o temporanee, ma progettate per durare nel tempo e per fornire all'utenza un utilizzo confortevole; la citta di Tokyo si è impegnata a garantirne la manutenzione ed ispezioni periodiche per valutarne l'efficienza ed igiene. In particolare la pulizia (di cui appunto si occupa il protagonista del film) è programmata accuratamente suddividendola in giornaliera, mensile e straordinaria annuale, con un occhio di riguardo anche al risparmio idrico.

Ecco la lista  delle micro architetture e dei rispettivi progettisti:


1- Nishisando3-27-1, Yoyogi

Progetto di So Fujimoto

Una grande forma organica bianca che accoglie e che ricorda  una barca (a me ricorda La Barcaccia di Piazza di Spagna a Roma). Un luogo intorno a cui riunirsi e "comunicare intorno all'acqua" 




2- Via Verde di Sasazuka, 1-29 Sazakuka 

Progetto di Junko Kabayashi

Una serie di volumi cilindrici in lamiera di corten (acciaio pre-arrugginito) con oblò da cui spuntano figure di conigli, sovrastati da una copertura a disco giallo. L'immagine evocata dalla progettista è quella di un vecchio testardo che veglia sulle persone ma allo stesso tempo diverte.



mercoledì 4 gennaio 2023

Cinque spunti per l'interior design del nuovo anno

Non è semplice individuare ogni singolo anno un filo conduttore nelle tendenze dell'interior design perché non si tratta solo di mode ma di esigenze che hanno una natura e radici più profonde, in quanto la casa è un bisogno ancestrale che coinvolge la sfera emotiva dell'essere umano.

In questo inizio 2023 voglio comunque provare a immaginare quali temi saranno protagonisti dei prossimi mesi.

L'assenza di certezze, il senso di spiazzamento e lo sconcerto, che hanno caratterizzato la società in questi ultimi anni a causa degli eventi che hanno investito le vite di tutti noi, nonché l'eccessiva invadenza delle tecnologie si sta traducendo nell'interior design non più solamente, come nei mesi passati, in voglia di confort ma anche in desiderio di concretezza, di ricerca dell'essenziale, di piedi ben piantati a terra, ed in un certo senso, di ritorno alle origini.

Ma in che modo quindi tutto ciò si traduce nel campo dell'interior design? Non c'è dubbio che riviste cartacee e social non solo riflettono ma orientano il gusto ed osservandoli attentamente  non possono sfuggire alcune macro tendenze che ci rimandano al tema di cui ho parlato. Vediamo quindi quali sono le principali:

1. Rough (grezzo): utilizzo di materiali (naturali o artificiali) e finiture con texture grezze che ne evidenzino le trame. Superfici apparentemente poco trattate, con un effetto tattile oltre che visivo come l'argilla, la corda, il travertino, la garza. Materiali "vissuti" come il metallo arrugginito, o artigianali come la ceramica fatta a mano o che sembrano tali anche se prodotti industrialmente (ad esempio le zellige, piastrelle marocchine dai bordi irregolari e dalle tinte  non uniformi).









2. Colori: Il colore come già negli ultimi anni è protagonista ma si stanno riscoprendo tutte le tonalità terrose ispirate ai paesaggi desertici, dai grigi caldi ai terracotta, dai beige fino ai marroni passando per l'ocra ed il terra bruciata. Per sentirsi a contatto con la terra anche stando in casa. L'utilizzo contemporaneo non conferisce un carattere rustico all'ambiente ma "scalda" interni moderni e raffinati.





3. Elogio dell'imperfezione: I materiali naturali e la natura stessa presentano irregolarità ed imperfezioni che esaltano l'unicità di ogni elemento. E' la traduzione in termini di interior design del tema dell'inclusività. Per un mood più rilassato e meno artificiale non ricerchiamo la perfezione, ma accettiamo l'errore (Fleabag docet) e il tempo che passa, così come una piccola crepa o una sbeccatura. E' il tema alla base del kintsugi, la tecnica di restauro giapponese che consiste nel riunire i frammenti di un oggetto di ceramica rotto, esaltando ed impreziosendo la giunzione tra le fratture mediante l'utilizzo di una pasta color oro. Perchè non applicarlo anche all'architettura ed all'interior design?







4. Forme organiche: Basta con le geometrie rigide e spigolose! Archi di ogni tipo, linee curve e forme morbide, nel design come in architettura, dopo anni di messa al bando si ripresentano come protagonisti. Accentuano la tridimensionalità degli spazi, conferendo solidità e leggerezza allo stesso tempo (I Romani infatti li utilizzavano per alleggerire grandi strutture come acquedotti, ponti ecc.). E' anche un richiamo  in chiave moderna  all'architettura mediterranea un po' "curvy" (che nell'immaginario collettivo ci rimanda alle vacanze ed alla rilassatezza), dove gli archi e le volte stemperano le ombre nette, e filtrano il passaggio tra interno ed esterno o tra un ambiente e l'altro.







5. Riciclo: Materiali artificiali, ricostruiti con gli scarti di altre lavorazioni, che non hanno un aspetto patinato, rimandano a precedenti utilizzi, sono ecosostenibili, ma possono essere ugualmente bellissimi. Materiali compositi come i pannelli prodotti con carta e cartone riciclato impregnato con resine naturali (carta pietra), o il mosaico realizzato con il vetro riciclato di monitore di tubi catodici o ancora i pannelli realizzati con scarti di plastica riciclata.






 Come avrete potuto osservare dalle foto sono temi che s'intrecciano perché hanno un unico fil rouge che li unisce. Secondo me il filo conduttore  è proprio l'inclusività, la tolleranza, l'accettazione dell'imperfetto  e del diverso come valore aggiunto. Voi che ne pensate? 

credit foto su Pinterest


English text

Five ideas for the interior design of the new year

It is not easy to identify a common thread in interior design trends every year because it is not just about fashions but needs that have a deeper nature and roots because the home is an ancestral need that involves the emotional sphere of the human being .

In this beginning of 2023 I still want to try to imagine what the main themes of the coming months will be.

The absence of certainties, the sense of disorientation and bewilderment that have characterized society in recent years due to the events that have invested the lives of all of us, as well as the excessive invasion of technologies is translating into interior design no longer just, as in recent months, in a desire for comfort but also in a desire for concreteness, a search for the essential, feet firmly on the ground and, in a certain sense, a return to origins.

But how then does all this translate into the field of interior design? There is no doubt that printed and social media magazines not only reflect but guide taste and by observing them carefully one cannot miss some macro trends that refer us to the theme I have mentioned. So let's see what the main ones are:


1. Rough: use of materials (natural or artificial) and finishes with rough textures that highlight the textures. Surfaces apparently little treated, with a tactile as well as visual effect such as clay, rope, travertine, gauze. Materials that are "lived" such as rusty metal, or artisanal such as handmade ceramics or which look so even if they are industrially produced (for example, zelliges, Moroccan tiles with irregular edges and non-uniform colours).

2. Colours: As in recent years, color is the protagonist but all the earthy shades inspired by desert landscapes are being rediscovered, from warm grays to terracotta, from beige to brown, passing through ocher and scorched earth. To feel in contact with the earth even while staying at home. Contemporary use does not give a rustic character to the environment but "warms up" modern and refined interiors.

3. In praise of imperfection: Natural materials and nature itself have irregularities and imperfections that enhance the uniqueness of each element. It is the translation in terms of interior design of the theme of inclusiveness. For a more relaxed and less artificial mood we don't seek perfection, but we accept mistakes (Fleabag docet) and the passage of time, just like a small crack or a chip. It is the theme at the basis of kintsugi, the Japanese restoration technique which consists in bringing together the fragments of a broken ceramic object, enhancing and embellishing the junction between the fractures through the use of a gold colored paste. Why not apply it also to architecture and interior design?

4. Organic Shapes: No more rigid and angular geometries! Arches of all kinds, curved lines and soft shapes, in design as in architecture, reappear as protagonists after years of being banned. They accentuate the three-dimensionality of spaces, giving solidity and lightness at the same time (the Romans in fact used them to lighten large structures such as aqueducts, bridges, etc.). It is also a modern reference to the somewhat "curvy" Mediterranean architecture (which in the collective imagination refers us to holidays and relaxation), where the arches and vaults soften the sharp shadows, and filter the passage between the interior and external or between one environment and another.

5. Recycling: Artificial materials, reconstructed with waste from other processes, which do not have a patinated appearance, refer to previous uses, are eco-sustainable, but can be equally beautiful. Composite materials such as panels made with recycled paper and cardboard impregnated with natural resins (stone paper), or the mosaic made with recycled glass from cathode ray tube monitors.

As you may have seen from the photos, these are themes that intertwine because they have a single common thread that unites them. In my opinion the common thread is inclusiveness, tolerance, acceptance of the imperfect and the different as added value. what do you think?






sabato 25 maggio 2019

La casa di Monet? Puoi visitarla....leggendo un noir


Di recente è stato battuto all’asta da Sothebys, a New York, un quadro di Monet per quasi 111 milioni di dollari; dicono che sia il prezzo più alto mai pagato per un’opera impressionista.   Il quadro in questione non è una delle famosissime “ninfee” (pensate che gli specialisti hanno censito non meno di duecentosettantadue quadri  appartenenti alla serie) ma piuttosto uno dei cosiddetti covoni.

In realtà in questo periodo Monet esercita su di me un fascino particolare anche perché sto leggendo un libro la cui vicenda si svolge a Giverny, luogo in cui il pittore si era ritirato per dipingere.  
Il libro, che definirei un noir, come si intuisce dal titolo “Nifee nere”, è scritto da Michel Bussi  e se vi piace il  genere e siete appassionati d’arte dovete assolutamente leggerlo.
Bussi descrive i luoghi in maniera molto precisa; io  stessa, non essendoci  mai stata, ho verificato visitandoli con google street view.



Nella pittoresca cittadina della Normandia Monet aveva non solo acquistato una casa, ma fatto anche realizzare il famoso giardino d’acqua con lo stagno, tante volte rappresentato nei suoi quadri, in cui coltivava le amate ninfee e per realizzare il quale aveva fatto addirittura deviare il corso di un fiume. 

Anche gli interni della casa, una  villa piena di fascino in cui il pittore ha vissuto per 43 anni, sono accuratamente descritti nel libro. Il salottino blu, la sala da pranzo gialla, la cucina con la ceramica di Rouen e poi gli appartamenti privati di Monet, più classici e più intimi.

Ti è venuta voglia di andarci?


Recently, a painting by Monet  was sold at Sothebys in New York for almost $ 111 million ; they say it's the highest price ever paid for an impressionist work. The picture in question is not one of the famous "water lilies" (think that the specialists have surveyed no less than two hundred and seventy two paintings belonging to the series) but rather of one of the so-called sheaves.

In this period Monet exerts a particular fascination on me also because I am reading a book whose story takes place in Giverny, a place where the painter had retired to paint.

The book, which I would call a noir, as you can guess from the title "Black water lilies", is written by Michel Bussi and if you like the genre and you are passionate about art you should definitely read it.

Bussi describes the places very precisely; myself, having never been there, I checked with google street view.

In the picturesque town of Normandy, Monet had not only bought a house, but also built the famous water garden with the pond so often represented in his paintings in which he cultivated the beloved water lilies and to do which he had even diverted the course of a river.

Even the interiors of the house, a charming villa in which the painter lived for 43 years, are accurately described in the book. The blue living room, the yellow dining room, the kitchen with Rouen ceramics and then the private apartments of Monet, more classic and more intimate.


You want to go there, don't you?

Foto tratte dal sito della Fondazione Monet dove puoi fare anche una visita virtuale della casa.

La facciata vista dal giardino

il ponte giapponese sullo stagno

Il giardino d'acqua

La planimetria del piano terra della casa

Il salottino Blu

 Il salone atelier

 La stanza da pranzo gialla

Un'altra immagine della stanza da pranzo gialla

La cucina

La stanza della seconda moglie Alice

La stanza di Blanche


Al di fuori della pittura e del giardinaggio non so fare niente (Claude Monet)




martedì 16 ottobre 2018

Un rinoceronte a Roma

Immaginate di mettere insieme un brand storico della moda italiana, Fendi (ed in particolare la Fondazione Alda Fendi Esperimenti), un'archistar, Jean Nouvel, ed un immobile storico, costituito da tre edifici, completamente da restaurare ma in un'area tra le più pregiate e delicate del centro storico di Roma, accanto all'arco di Giano a due passi dalla Bocca della Verità e dalla Chiesa di S. Giorgio al Velabro.
Cosa nasce dall'incontro  di questi tre elementi? Rhinoceros, insieme spazio espositivo, hotel e, sulla terrazza, da cui, inutile dirlo, si gode di una veduta eccezionale a 360°, un ristorante affidato ad famoso brand della ristorazione parigina.
Le suite visitabili sono caratterizzate da pareti delabré o murature a vista (anche riprodotte sulle ante degli armadi mediante l'utilizzo di carte da parati fotorealistiche) arredi minimali, pavimenti in resina, cucine in acciaio a scomparsa,  tinte sobrie per gli imbottiti. Ovviamente tutte panoramiche.
L'intento dichiarato di Nouvel è rendere riconoscibili, pur rinnovando, le stratificazioni del tempo che passa.
Esperimento riuscito? Giudicate voi.

A Rhinoceros in Rome
Imagine putting together a historical brand of Italian fashion, Fendi (and in particular the Alda Fendi Experiments Foundation), an archistar, Jean Nouvel, and a historic building, consisting of three buildings, completely to be restored but in an area between more precious and delicate of the historical center of Rome, next to the arch of Giano a few steps from the Bocca della Verità and the Church of S. Giorgio al Velabro.
What arises from the meeting of these three elements? Rhinoceros, exhibition space, hotel and, on the terrace, from which, needless to say, you can enjoy an exceptional 360° view, a restaurant entrusted to a famous Parisian restaurant brand.
The suites that can be visited are characterized by delabré walls or exposed walls (also reproduced on the wardrobe doors through the use of photorealistic wallpapers) minimal furnishings, resin floors, retractable steel kitchens, sober colors for the upholstered furniture. Obviously all panoramic.
The declared intent of Nouvel is to make recognizable, while renewing, the stratifications of passing time.

The experiment is a successful? Judge for yourself.