mercoledì 16 aprile 2014

La carta da parati: come farne senza?

L'avevamo dimenticata.
In nome della ricerca dell'essenzialità e della purezza delle linee, sinonimo di buon gusto negli anni passati, l'abbiamo relegata tutt'al più alla camera dei bambini; per il resto della casa le  abbiamo preferito una semplice tinteggiatura, spesso bianca.
Ma adesso, che siamo tutti un po' annoiati dal minimalismo (forse per controbilanciare un'austerità che questi ultimi anni ci hanno imposto), la carta da parati si prende la sua rivincita, riproponendosi in  mille colori e fantasie.
Geometrica, grafica, floreale, vintage, effetto trompe l'oeil, ispirata alle fantasie dei tessuti orientali o alle porcellane inglesi, opaca, lucida, cangiante o perfino tridimensionale, a tinte forti o tenui; un'infinita gamma di possibilità per rivestire tutta la casa (bagno e cucina compresi) o solo una parete.
E già ci chiediamo: "Come abbiamo fatto senza?"

The wallpaper: how to live without it?
We had forgotten.
In the name of research of essentiality and purity of the lines, synonymous with good taste in years past, we had at best relegated to the children's room; for the rest we have preferred a simple painting, often white.
But now, we're all a bit 'bored minimalism (perhaps to offset austerity that recent years have imposed), the wallpaper takes his revenge, he launched a thousand colors and patterns.
Geometric, graphic, vintage,
tromp l'oeil effec, inspired by fantasies of oriental fabrics or English porcelain, matte, glossy, iridescent or even three-dimensional, with strong colors or subtle; an infinite range of possibilities to cover the whole house (including the bathroom and kitchen) or just a wall.
And already we ask, "How did we do without it?"



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